
La Provincia di Bergamo offre a tutti gli amanti della montagna una vasta scelta di percorsi, tracciati e sentieri ideali per escursioni all’insegna dello sport e del divertimento. In particolare la Camera di Commercio di Bergamo ha individuato quattro suggestivi itinerari per ciaspolate sul territorio bergamasco. La passeggiata sulle ciaspole, o racchette da neve, e una proposta adatta a tutti, non solo agli sportivi o ai professionisti, ma anche alle famiglie e a quanti amano ammirare le bellezze della montagna.
Un tempo erano robuste cortecce d’alberi, rami intrecciati, piatti spezzoni di legno il cui unico scopo era quello di mettere qualcosa sotto i piedi che consentisse di muoversi più agevolmente nella neve. Da qualche anno le racchette da neve sono diventate un nuovo modo, anche divertente, di muoversi sui terreni innevati. Uno sport tecnicamente semplice ma naturalisticamente gratificante, che è entrato a pieno titolo nelle offerte invernali dei comprensori turistici e negli Sci Club.
La racchetta da neve richiama nelle nostre valli una schiera sempre più nutrita di amanti della montagna che, grazie a questo accessorio che permette di “galleggiare” sulla neve, hanno l’opportunità di praticare l’escursionismo in ambienti innevati senza dover conoscere le tecniche sciistiche. E’ infatti sufficiente una certa dimestichezza con l’escursionismo per affrontare con tranquillità un percorso invernale con le ciaspole (come quelli proposti nella seconda parte di questo articolo), con l’unica accortezza di osservare tutte le norme di sicurezza sui rischi valanghe. Nel dubbio, può essere una buona idea affidarsi alle Guide Alpine o alle attività organizzative delle varie sezioni del CAI sparse sul territorio.
Giro al Farno (tempo ≈ 4 ore)
Questa escursione si svolge su una delle montagne che ha visto nascere lo sci orobico. Erano gli anni che precedevano la prima guerra mondiale, ma già qualcuno (Perolari e compagni) salivano per “skiare” con queste lunghe aste fatte venire appositamente dalla Scandinavia.
Oggi come allora fecero i pionieri, noi con le ciaspole andiamo al Farno dal versante settentrionale che assicura più a lungo un miglior innevamento. L’accesso avviene pertanto da Clusone, località La Spessa, dove si segue la strada che conduce al rifugio San Lucio (1027 metri) nei cui pressi si può parcheggiare.
L’escursione affronta subito il versante nord del Pizzo Formico (segnavia 508) salendo verso la stalla Pianone (1189 metri) posta a circa mezz’ora dal rifugio San Lucio.
Dalla stalla Pianone si riparte con direzione sud e anche con abbondante innevamento si individua il tracciato che, con continue svolte, in circa un’ora porta al valico di Forcella Larga (1470 metri), dove si trovano i resti della Capanna Ilaria. Recentemente in questo luogo è stata collocata una stilizzata campana dedicata ai caduti della montagna.
Si scollina ora sul versante opposto, entrando così nella grande piana della Montagnina e là si percorre in diagonale con direzione sud-est, fino alla Baita di Montagnina (1450 metri, 10 minuti dalla Forcella).
Qui potremo concederci la libertà di “conquistare una vetta” ossia risalire lungo i pendii settentrionali della Cima Guazza (1550 metri) pervenendo al rifugio baita Parafulmine aperto anche in inverno nei fine settimana. Ristorati si prosegue per il rientro che consigliamo avvenga con un giro ad anello. Basterà scendere lungo la traccia escursionistica alla base della conca e risalire poi alla vicina Forcella larga per reimmettersi nel percorso dell’andata e rientrare al rifugio San Lucio.
Passo della Manina (Valle di Scalve)
Questa è un’escursione che si potrebbe definire di “iniziazione” per via della relativa lunghezza e del limitato dislivello. La gita porta ad affacciarsi sull’alta Valle Seriana dove i “giganti delle Orobie” si mostrano con i loro versanti più soleggiati.
La partenza avviene da Nona, ultimo borgo della Valbona percorsa dal torrente Nembro e tributaria dalla più conosciuta Valle di Scalve.
Dopo aver parcheggiato si passa sul retro della chiesa di Nona (1341 metri), frazione di Vilminore di Scalve, imboccando subito dopo, a sinistra, una stradetta che sale in direzione del già visibile Passo della Manina.
Questa strada, di chiara origine “mineraria” risale la valle con pendenza costante, consentendo una piacevole ciaspolata di circa un’ora resa interessante dalle belle vedute sui versanti settentrionali della Presolana e del monte Barbarossa imbiancati sino a tarda primavera. Già poco prima di giungere al grande edificio che ospitava il personale impegnato nell’estrazione, si piega a sinistra e guardato il magro torrente ci si porta sul lato opposto dove evidentissimo appare il zigzagare della stradetta che continua fino al passo.
Un ultimo sforzo e si raggiunge il culmine (1821 metri), accolti dalla chiesetta edificata nel 1950 in onore del “passaggio” fatto a spalla della Madonna Pellegrina in transito verso Zizzola.
Nota curiosa sono i due altari, uno identico all’altro, speculari, oggi si direbbe per par condicio, uno rivolto verso la Valle di Scalve e l’altro verso la Valle Seriana, così voluti per espressa volontà e fede dei valligiani. Goduta la vista di questo mare di montagne, si ricalzano le nostre comode ciaspole per ritornare a valle lungo il medesimo itinerario di salita, appagati ancora una volta dalle belle vedute scalvine.
Monte Mincucco
La passeggiata si svolge sui ben noti Piani dell’Avaro in Alta Valle Brembana, raggiungibili da Cusio attraverso una strada tenuta sgombra dalla neve sino al Bar Ristorante sito all’inizio dei Piani a 1645 metri, diversamente la gita si allunga di circa un’ora e 30 minuti. Calzate le ciaspole si punta verso il grande albergo-rifugio monte Avaro (non sempre aperto).
Raggiunto lo si attraversa il pascolo costeggiando a destra un piccolo laghetto.
Si percorre per un tratto la mulattiera che d’inverno diviene anche pista da sci sino alla Baita Foppa (1765 metri) e da qui, dopo aver oltrepassato il piccolo torrente che scende dalla costiera monte Avaro – Triomen, si risale alle sovrastanti Baite della Croce (1812 metri, 30 minuti dalla partenza) dalle quali si raggiunge la sella del monte Foppa affacciandosi così sulle valli di Caprile e Serranda.
Con un ampio semicerchio in falsopiano si procede a mezzacosta sul sentiero scavato nella roccia giungendo in una conca e ad una caratteristica baita (1911 metri). continuando in diagonale verso sinistra si risale il pendio fino a guadagnare il pianoro superiore dal quale è già ben visibile la Baita Foppa Alta sovrastata dall’anticima del Monte Mincucco.
Dalla Baita Foppa Alta lungo un costone si rimonta con facilità il primo dosso e da qui, dopo essersi abbassati per pochi metri alla vicina depressione, si risale la larga cresta meridionale del Monte Mincucco (2001 metri), raggiungendo la panoramica cima caratterizzata da un enorme “omino di pietra” (1 ora e 30 totale).
Il rientro si effettua lungo il medesimo itinerario di risalita godendo delle ampie e spettacolari vedute sul gruppo del Triomen e del più lontano Zuccone dei Campelli.
Rifugi Gherardi e Battisti
Se l’andar con ciaspole è la naturale prosecuzione del trekking estivo, questo è il miglior terreno per dimostrarlo e praticarlo.
I pendii mai ripidi si susseguono ad aperte praterie esposte a sereni orizzonti. La seguente proposta va perciò ad interessare i Piani dell’Alben in Alta Val Taleggio, raggiungibili da Pizzino, dove si segue la strada per le località Quindicina e Capofoppa (vedi indicazioni per il rifugio Gherardi) dove ha termine la strada.
Calzate le ciaspole si affronta verso ponente la diagonale che taglia l’inclinato pratone rivolto verso Pizzino.
E’ il solo tratto un po’ ripido superato il quale (circa 10 minuti) si piega a destra entrando negli aperti e più blandi pascoli che adducono alla Baita di Foppa Lunga (1506 metri) posta alla testata dell’omonima conca. Belle vedute sulla dentellata cresta del Resegone. Piegando ora leggermente a destra si risale verso i veri e propri Piani dove si apre anche la vista sui due colossi calcarei del Cancervo e Venturosa. Guidati dai paletti segnavia ci si dirige verso settentrione dove con altri 30 minuti si raggiunge il rifugio Gherardi posto a 1650 metri su un dosso panoramicissimo.
La gita può proseguire ulteriormente di altri 10 minuti in attesa che al rifugio venga pronto il piatto di pasta per salire al vicino ex rifugio Cesare Battisti (1685 metri) che offre in più la possibilità panoramica sui Piani d’Artavaggio e sulle lontane Grigne.
Il rientro al parcheggio può avvenire lungo il medesimo percorso dell’andata oppure, tanto per compiere un giro ad anello, è possibile seguire la traccia della motoslitta del rifugista che percorre la stradetta di accesso estiva e rientrare comunque a Capofoppa.