Pompe per autoclavi: prezzi, opinioni e recensioni

Le pompe per autoclavi altro non sono che degli impianti pensati per innalzare la pressione dell’acqua. Soltanto in questa maniera il prezioso liquido potrà tranquillamente raggiungere le condutture di una casa o addirittura di appartamenti posti all’ultimo piano di altissimi stabili. Tra l’altro questo dispositivo permette anche di aumentare la pressione dell’acqua in uscita dai rubinetti. Com’è facile capire quindi si tratta di un oggetto utilissimo, anzi, a dir poco necessario.

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Pompe per autoclavi: come funzionano?

Cerchiamo adesso di capire un po’ meglio quale sia il segreto del funzionamento di una pompa per autoclave. Iniziamo col dire che l’oggetto in questione si compone di una pompa elettrica, di un pressostato, di un serbatoio e di un blocco contenitore.

La pompa elettrica ha ovviamente la funzione di accrescere la pressione dell’acqua presente all’interno di una rete idrica di riferimento. Il pressostato invece regola la pressione interna al sistema. Nel serbatoio si accumulano poi delle scorte di acqua mentre il blocco contenitore funge da camera d’aria.

Quando la pompa è in funzione l’acqua “aspirata”  dalla rete idrica viene incamerata dentro il serbatoio dell’autoclave. Chiaramente man mano che questo si riempie, all’interno della macchina aumentano i valori legati alla pressione. Una volta che il sistema raggiunge la soglia massima di tolleranza, l’autoclave si mette in sicurezza spegnendosi in automatico. Basterà aprire un rubinetto in casa per abbassare nuovamente la pressione interna della macchina e per riavviare quindi l’intero processo.

Pompe per autoclavi: pro e contro

Installare delle pompe per autoclavi è una scelta che porta con sé un bel bagaglio di pro e contro. Iniziamo dagli aspetti negativi: questo apparecchio di solito per funzionare necessita di un discreto apporto energetico.

Certo, molto dipende dalle caratteristiche intrinseche della macchina e dall’uso che se ne fa, ma in linea di massima si tratta di un oggetto i cui costi di gestione sono discretamente elevati. Inoltre a volte il sistema vibra vistosamente ed è quindi necessario trovargli una collocazione più che sicura. Infine in molte circostanze l’autoclave non è compatibile con l’idea di garantire in casa l’erogazione di acqua potabile.

Passiamo adesso ai vantaggi connessi all’uso dell’oggetto in esame, vantaggi che, per fortuna, superano di gran lunga gli svantaggi. Possedere una pompa significa innanzitutto rendersi autonomi dalla rete idrica locale e, avendone la possibilità, agganciarsi persino a bacini indipendenti.

A ben vedere ciò vuole dire che, installando anche dei serbatoi, si potrà sopperire facilmente alla carenza d’acqua che interessa costantemente determinate zone del paese, soprattutto in estate. Attingendo a bacini privati tra l’altro si risparmierà parecchio denaro. Questi dispositivi inoltre permettono anche di riciclare l’acqua piovana, di agevolare le operazioni di irrigazione del proprio giardino e di evitare pericolosi sbalzi pressori all’impianto idrico.

Pompe per autoclavi: il posizionamento

Abbiamo accennato poco fa al problema delle vibrazioni e dei sobbalzi e vi abbiamo consigliato di riporre la vostra pompa per autoclave in un luogo sicuro. Bene: va da sé che dovrete adagiarla a terra, lontano da oggetti facilmente danneggiabili o potenzialmente pericolosi in caso di urto. Se poi il sistema dovrà servire un intero palazzo, il suggerimento è quello di optare per un seminterrato.

Tenete presente infine che per legge le pompe per autoclavi non andranno mai installate laddove ci siano degli impianti idrici comuni. Ovviamente questo divieto ha lo scopo di impedire che si vengano a creare delle disparità tra condomini o vicini di casa dando modo a qualcuno di approvvigionarsi di acqua destinata ad altri o di usufruire di una quota-parte maggiore rispetto a quella spettante.

Pompe per autoclavi: come sceglierle?

Diciamoci la verità: le pompe per autoclavi non sono degli oggetti che compriamo tutti frequentemente. La maggior parte dei consumatori anzi non ha la più pallida idea di come esse siano fatte e di quali siano le caratteristiche che possano distinguere un buon prodotto da un articolo dozzinale. Niente panico: siamo qui anche per questo. I prossimi paragrafi saranno proprio dedicati infatti ai criteri che dovrete utilizzare per un eventuale futuro acquisto.

La sicurezza

La sicurezza è la prima discriminante di cui tener conto. Una pompa per autoclave deve essere capace di fornire garanzie in tal senso tanto dal punto di vista della protezione dalla marcia a secco, quanto da quello della protezione termica o ancora della valvola di sovrappressione. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire nel dettaglio a cosa ci stiamo riferendo.

Chiaro è che gli impianti, soprattutto se ad uso domestico, verranno collegati ad un serbatoio contenente dell’acqua. Nel momento in cui il livello di quest’ultima, in perenne variazione, si abbassasse eccessivamente la pompa rischierebbe di danneggiarsi. Da qui la necessità di una protezione da marcia a secco.

In poche parole il meccanismo per evitare danni al motore si arresterà in automatico. Interverrà contemporaneamente anche il sistema di protezione termica grazie al quale il circuito eviterà il surriscaldamento. Parlando di sistemi in pressione infine è ovvio che debba anche essere presente una valvola di sfiato utile ad evitare pericolosi incidenti domestici.

I materiali

Un tempo le pompe per autoclavi erano perlopiù costruite in ghisa. Al giorno d’oggi si è pensato di sostituire questo materiale con dell’acciaio inox, con dell’acciaio al cromo-nichel oppure ancora con dell’acciaio fuso. La scelta è stata più che azzeccata dato che ha consentito agli utenti di godere di apparecchi caratterizzati da una maggiore aspettativa di vita.

Il pressostato

Un buon pressostato farà sì che il sistema entri in funzione soltanto quando ce ne sia l’effettiva necessità: ne abbiamo già parlato prima. Ciò è importante perché non soltanto garantisce un discreto risparmio in bolletta, ma protegge l’apparecchio da un’usura eccessivamente rapida (e peraltro inutile). Prima di mettere mano al portafogli, valutate però il livello massimo di pressione che la pompa riesce a reggere e a sviluppare.

Considerate che dovendo ad esempio posizionare il sistema in posizione inclinata, l’apparecchio faticherà molto di più a pompare dell’acqua nei tubi ed avrà quindi bisogno di pressioni più elevate per poter funzionare adeguatamente. Un sistema sottodimensionato inoltre sarà fonte di spreco ed insoddisfazione. Valutate quindi anche le dimensioni del serbatoio: come abbiamo visto anche questo parametro ha una certa importanza ed influisce in qualche modo sul lavoro del pressostato e sulla qualità del servizio reso.

Il serbatoio ed il wattaggio

Ed a proposito di serbatoio: orientatevi sempre su un prodotto adatto alle vostre esigenze senza sconfinare mai negli eccessi. In media una famiglia che acquisti un autoclave per potersi garantire il normale approvvigionamento idrico di cui necessita, dovrebbe scegliere un apparecchio da circa 2800 litri orari. Questo significa che il sistema avrà una potenza pari a circa 600/1000 W.

Sceglierete una potenza più elevata se abitate all’ultimo piano di uno stabile molto alto o se l’acqua nella vostra zona ha di per sé una pressione quasi nulla. Tenete presente infine, magari nel caso in cui le vostre necessità fossero ben altre, che le autoclavi più potenti attualmente presenti sul mercato raggiungono al massimo i 1500 W. Essi sono spesso associati a serbatoi la cui dimensione può anche raggiungere i 6000 litri orari.

Il diametro

Il diametro dei tubi in ingresso può determinare il quantitativo di acqua che il sistema riuscirà a pompare. Chiaro è che ad un raggio superiore corrisponderà una maggiore velocità d’azione.

Il sistema di aspirazione

Perché l’autoclave funzioni è necessario che vengano rispettati i parametri relativi all’altezza di aspirazione. Tenete conto che mediamente questa si colloca intorno agli 8 metri, almeno per prodotti dalle prestazioni standard.

I filtri

Meno siete sicuri della provenienza e della salubrità della vostra acqua e più dovreste utilizzare dei filtri. Chiaramente questa parte andrà pulita con una certa frequenza ed altrettanto chiaramente prima di bere l’acqua corrente sarà meglio farla analizzare per accertarne la potabilità.

Queste analisi poi andrebbero ripetute con una certa regolarità dato che purtroppo le falde acquifere possono inquinarsi facilmente dall’oggi al domani senza nemmeno darci modo di accorgercene subito. Sappiate infine che i dispositivi per acqua sanitaria sono tra l’altro dotati di una valvola di non ritorno. Alla luce di queste informazioni valutate un po’ voi la situazione, ma in ogni caso attenzione alle scelte avventate ed insalubri.

Prezzi

Non è facile stabilire a priori quale possa essere in costo di una pompa per autoclave. Bisognerebbe infatti valutare più e più variabili tra cui il numero di utenze da servire, la capacità dei serbatoi, il quantitativo di acqua da veicolare ad ogni utenza e così via.

Ponendo il caso di avere a che fare con una situazione standard tra l’acquisto dell’oggetto, l’installazione del sistema e le spese accessorie mediamente vi saranno richiesti 1000 euro una tantum. Considerate però che i prodotti di alto livello potrebbero necessitare di un esborso superiore, ma comunque garantirvi una perfetta funzionalità per anni ed anni a differenza di quanto accade insomma per articoli di media e bassa qualità.

La garanzia

Attenzione ad un ultimo importantissimo particolare: la garanzia. Un prodotto a marchio, specialmente se discretamente dispendioso, vi verrà consegnato con garanzia. Questo significa che potrete godere di un buon servizio assistenza post vendita e che la gran parte dei guasti eventualmente verificatisi, verranno riparati a spese della ditta fornitrice.

Ovviamente le garanzie hanno valenza limitata nel tempo, ma verificate sempre se la fabbrica vi consente, sborsando un piccolo obolo, di estenderle per un po’. Una curiosità: pare che un buon 20% degli utenti che acquistino senza garanzia si ritrovino nell’arco del breve periodo a spendere circa il 40% del costo dell’apparecchio in riparazioni e sostituzioni di pezzi. A voi tutte le valutazioni del caso…